mercoledì 20 agosto 2014

Tax the Rich (e caccia all'intruso…)

Secondo me, qui in America, quando parlano di ricco non fanno distinzione tra chi ha la Ferrari in garage, ma non denuncia niente e chi la Ferrari non ce l'ha, però denuncia tutto.
Ecco perché, sentendomi "ricco", ma denunciando fino all'ultimo euro, ho interpretato la parte che, come italiano, mi aspetta di diritto: il crocefisso dal fisco.


L'ho fatto davanti ad uno dei tanti murales del quartiere ispanico di Mission che abbiamo raggiunto a piedi stamattina, proprio per vederne i muri dipinti.

Io sono stato l'unico a svegliarmi presto. Anzi, non dovrei usare la parola svegliarsi, perché presuppone l'aver dormito. La mia notte è andata invece diversamente. Ho dormito pochissimo e, alle 6, non ero già più in grado di provare a riposare.

Ho tergiversato fino alle 8, cincischiando col telefono e poi ho iniziato a mettere in moto la mattinata convincendo anche gli altri ad uscire dalle lenzuola.

Una colazione all'americana, che assomiglia quasi ad un brunch, ci aiuta a metterci in moto e poi, dopo aver controllato che la macchina fosse al suo posto, abbiamo iniziato a scollinare in su e giù verso il quartiere dei murales.
Alcune strade hanno pendenze spaventose e ti chiedi come le auto, parcheggiate perpendicolari al senso di marcia, riescano a non ribaltarsi.




Un'altra cosa che colpisce sono i grovigli delle condutture elettriche. Dai pali, che qui sono di legno come nella ben più rustica Cuba, si dipartono grovigli esasperati di fili elettrici che scendono in cascate attorcigliate verso le case.


Dopo un tragitto che sembra infinito, soprattutto per il peso dello zaino (l'Orco Zaino è sempre lo stesso delle Bocchette del Brenta www.ilritornodeglignomi2014.blogspot.com)) inizia la zona in cui i muri delle case sono adornati da dipinti dai colori vivaci e raffiguranti scene, a volte realistiche e di protesta, a volte fantastiche e sognatrici.

Passiamo tutta la mattinata in questo quartiere.  Balmy, Polsom e poi Cypresses, Lylac Street e la grande Valencia Street, ci propongono variopinte rappresentazioni di scene di ogni tipo.







A pranzo, un classico McDonald e poi in taxi a casa per riposare un pochino, tra idromassaggio e relax al sole che, finalmente, ha fatto la sua comparsa.


La serata la passiamo all'insegna della Fisica di Berkley, nella omonima cittadina universitaria. La Fisica di Berkeley è una famosa collana di libri che ha accompagnato i miei esami di Fisica I e Fisica II. I ragazzi riconoscono subito, negli edifici degli studenti, con le lettere greche ad identificarli, i tratti della vita descritta nelle varie uscite dei film American Pie.
Lungo la strada, che sbagliamo un paio di volte, incappiamo in una bella zona dalla quale, in lontananza si possono vedere la sfumata skyline della città ed il Golden Gate, illuminato da un fascio di luce solare che riesce a bucare la fitta coltre di nubi.





Guidare il nostro "camion" nel traffico dei pendolari di ritorno a casa da San Francisco, fa sentire ancora più “normale” la nostra presenza qui.
In realtà però, riflettendoci bene, di normale qui non c'è quasi niente. Meno di tutto, di sicuro, la gente. Non ce ne è uno che si salvi. Oltre agli homeless, ai panholders, ai ragazzi scappati di casa e finiti nel gorgo della droga che pare di essere in Piazza delle Erbe, nella Verona degli anni '70, una collezione sterminata di stranezze ed eccentricità frequenta i marciapiedi di questa città ed accompagna ogni incontro od episodio della nostra breve immersione nella loro quotidianità.



Come la ragazza vestita di bianco, ma praticamente scalza ed in mutande che volteggiava danzando sul marciapiede di Valencia inseguita da una esagitata che le urlava dietro: "you are comic! ur comic!"

Domani cercheremo di fare un po' più i turisti e andremo al tradizionale molo dei pescatori (Fisherman Wharf) ad ammirare i leoni marini e le attrazione per i visitatori più convenzionali.
I ragazzi hanno intenzioni bellicosa in fatto di shopping, vedremo come dissuaderli dolcemente…


P.S.: penso avrete visto l'intruso (si fa per dire) che si è nascosto nei murales… E' sempre nei nostri pensieri…



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