venerdì 22 agosto 2014

Tourist Tour (you gotta do it)

Come promesso,  oggi giornata turistica.

La San Francisco delle guide tradizionali, dalla Coit Tower con i suoi murales comunisti (molto più altezzosi di quelli di Mission) alla Filbert Street coi suoi pappagalli  (noi non ne abbiamo visto uno) passando attraverso il Fisherman Wharf (deve aver ispirato il progettista di Gardaland, o viceversa) per finire con la famosa Lombard Street con i suoi 18 tornanti di cartapesta,  ci delude però profondamente.



Forse è la densità di turisti, moltissimi gli italiani, forse è che ci eravamo abituati ad una popolazione più lercia, ma più vera, certo è che, se fosse per me, attenuerei un po' l'indicazione "da non perdere" che anche la Lonely Planet assegna a questi posti. 

Nemmeno lo sferraglio famigliare del tram milanese che scorrazza sotto le palme a fianco dei Peer riesce a darmi una sensazione molto diversa da quella di trovarmi in uno di quei divertimentifici turistici che dopo un minuto mi hanno già annoiato e che oggi sopporto solo perché: primo, finalmente c'è un bel sole e secondo ho voglia di mangiare il granchio e vedere i leoni marini che assediano il Peer 39.



Il sole permette infatti di osservare con una luce decente alcuni scorci d'effetto, come quello dl Golden Gate che vedete qui sotto.



E poi, a risollevare le sorti di questa giornata, come dire, fatta in serie, arriva un pranzo a base di granchio e la vista del leoni marini. Queste due cose ci danno, per fortuna, una certa soddisfazione.
Come pure è piacevole la vista sulla salita di Hide Street, percorsa lingua fuori, inseguendo con lo sguardo le Cable Car piene di turisti poco disposti alla fatica. La in fondo, Alcatraz, dà l'idea di essere altrettanto un "amo" per turisti e non credo che sarà nostra meta. Oggi, per dire, tutti i possibili passaggi verso l'isola erano "sold out".


A metà di Hide Street, un signore, vedendo Luca con il penny sotto braccio lo sfotte, sfidandolo ad usarlo su quel pendio da pista nera: "You gotta do it, mate!". E' l'ennesimo esempio di abitante gioviale e ben disposto. Non ho fatto però caso se avesse in mano, come quasi tutti qui, una sigaretta un po' diversa e senza filtro, né se dal taschino della camicia avanzasse fuori la magica prescrizione per quell'erba terapeutica il cui fumo è la vera causa (mai ufficialmente ammessa) della nebbia che "protegge" la città.





Arrivati in fondo a Lombard Street, ci rendiamo conto tutti assieme di aver voglia di tornare nel nostro quartiere, in mezzo alla sua variegata umanità. Ammettiamo solo una veloce sosta in centro perché Luca vuole comprare delle scarpe da running nell'immenso negozio della Nike (oggi non è fortunato però. Alla fine ha preso solo una maglietta).



Il passaggio nella Little Italy locale, ci riserva la sorpresa di una 600 multipla parcheggiata davanti ad un'officina Alfa Romeo.
Qui le uniche macchine italiane presenti ormai sono solo le 500, in gran parte quelle scapottabili. Oggi ne abbiamo vista una, rossa, che pubblicizzava un negozio di lingerie ed era targata "CULOTTE"!


Arrivati a casa, mentre i ragazzi vanno da soli verso Market Street (un sacco di strada) noi giriamo per il quartiere e facciamo la spesa, in quello che ormai è diventato il nostro supermercato, per l'ultima cena di stasera. Da domani, questo "lusso" di poterci gestire la vita un po' come se fossimo a casa nostra, svanirà nelle anonime camere degli alberghi che visiteremo. Elisabetta si consola pensando che almeno non dovrà più lavare i piatti (prima che partano crociate femministe: io cucino, questa è la divisione dei compiti in casa nostra anche a Verona). 

Per le strade del quartiere (che si chiama Noe Valley) incontriamo un sacco di gente, donne soprattutto, con un calice di vino in mano. E' il Noe Valley Wine Walk, una passeggiata con varie tappe in cui si assaggiano vini offerti dai negozianti. Vista l'ora, l'andatura è ancora abbastanza diritta. Non so però come finirà più tardi.

Noi, stasera, per cambiare beviamo birra californiana.






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