lunedì 25 agosto 2014

Week end a Venezia

La facciata del nostro albergo di nome Erwin, a Venice Beach, ci aveva tratto in inganno.
Dalla foto su Internet sembra un alberghetto a quattro piani a conduzione famigliare. Avevamo scherzato a lungo sulla cosa, assimilandolo ad una delle tante pensioncine sul Lago di Garda.
La facciata, in effetti è proprio così. Anzi, le facciate: una che da sulla spiaggia ed una sulla Pacific Ave. In mezzo alle due, però,  un insospettabile casermone ospita una fauna variegata di giovinastri in cerca di emozioni sulle onde.

Il clima qui è da vacanza allo stato brado. Effluvi di "weed" ci accompagnano ad ogni passo, come a S. Francisco e a Santa Cruz, forse anche di più. Se la statistica ha un significato, direi che è la California ad essere un ricettacolo di orticoltori con la passione per l'erba verde.

Una giornata che doveva essere tranquillamente balneare si traveste, quasi subito, nell'assillo alla caccia della foto giusta.
La foto giusta a Luca che surfa, intendo.

Dall'affitto della tavola, verso le 11, alla riconsegna al tramonto, è tutto un tentativo. 
Per la verità, vista la forza e la grandezza delle onde, devo dire che Luca è riuscito a fare bene quella decina di volte, cosa che non era proprio facile da prevedere.

La lunga (e larga spiaggia) viene continuamente battuta dai bagnini (tutti bellocci, ovviamente) che invitano la gente a spostarsi dalle zone con le onde più pericolose fischiando vigorosamente  con un fischietto o, qualcuno, con la bocca (@Francesca: ti ho pensata.) 
Sembra quasi di essere in colonia, non fai a tempo a divertirti aspettando le ondone da tre metri che ti urlano di spostarti. Quando tutti eseguono l'ordine, l'effetto gregge/pastore è inevitabilmente buffo.

Ovviamente non ci sono venditori ambulanti. Unica eccezione, delle signore molto basse, dai tratti incerti tra l'asiatico ed il messicano,  che vendono frutta fresca. Il nostro pranzo sarà una bustina di mango. Di così buono non ne abbiamo mai mangiato.



Nella battigia, gente di ogni tipo, ma in prevalenza giovane passeggia, gioca, fa ginnastica, fuma…

Uno di questi, mentre stavo cercando di riprendere Luca, tanto per cambiare, mi si avvicina e, vistosamente fatto, inizia a raccontarmi della sua vita in Minnesota e di quella di sua zia che abita qui e sta morendo di cancro.
Si sa che l'erba da un effetto disinibente, ma qui sono tutti davvero cordiali. Capita spesso, come da noi in montagna, che la gente (anche normale) incrociandoti, ti sorrida, ti saluti e qualche volta attacchi bottone con il tipico "how are you?".

Il sole che tramonta sul mare, rende magica l'esibizione di una ventina di ragazzi che si lanciano in acrobazie con lo skate-board sulla pista al bordo della spiaggia.



Ho fatto un po' di foto, ma adesso sono troppo stanco per sistemarle. Domattina (mia) forse ci provo ed aggiorno il post. Adesso, invece, vado a letto…

  
 

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